Curare una carie: tutto quello che c’è da sapere .
Non hai nemmeno un’otturazione e stai per farne una? Ecco tutto quello che devi conoscere prima di andare dal dentista per curare una carie.
Carie: definizione e cause
La carie è il processo di distruzione a carico dei tessuti duri del dente: smalto, dentina e cemento. Secondo il diagramma di Keyes del 1962 vi sono tre fattori principali che combinati tra loro danno luogo alla carie ai denti:
- Fattori predisponenti;
- Zuccheri fermentabili presenti nella dieta;
- Placca batterica.
A questi tre fattori successivamente se ne aggiunse un quarto: il tempo di esposizione all’agente cariogeno.
Come si manifesta la carie?
Se dovessi immaginare una carie sicuramente penseresti ad buco nero sulla superficie del dente che fa molto male, in realtà non è propriamente così.
Difatti, nelle fasi iniziali la carie è totalmente asintomatica e si presenta come una macchia bianca opaca detta white spot. Tipicamente molti pazienti che hanno portato l’apparecchio, a fine trattamento, dopo aver rimosso le placchette si ritrovano piccole zone opache: sono proprio aree di demineralizzazione dello smalto.
Se il processo va avanti, il tetto di smalto crolla e si forma una cavità.
Man mano che il processo carioso va verso la dentina aumenta la sensibilità nei confronti di cibi freddi e caldi, fino a provocare dolore. La sintomatologia dolorosa in questa fase sarà di tipo provocato: non spontaneo ma evocato ad esempio dallo spazzolamento.
Se la situazione peggiora ulteriormente, la carie può giungere a livello della polpa dentaria, sede di vasi e nervi. A questo punto siamo già entrati nella sfera delle complicanze della carie poiché la polpa non è più un tessuto duro.
In questo caso il paziente riferirà un dolore di tipo:
- Pulsante;
- Irradiato;
- Di difficile localizzazione;
- Che si accentua nelle fasi notturne o da distesi;
- Accentuato dal caldo e dal freddo nelle prime fasi e attenuato dal freddo nelle ultime fasi.
Nella fase finale di pulpite purulenta molti pazienti trovano sollievo mantenendo in bocca dell’acqua, proprio perché il freddo tende ad attenuare i sintomi.
Superata
anche questa fase, si giunge alla necrosi della polpa, ovvero il
dente non riceve più sangue e nutrienti.
Classificazione delle carie
Comprendere il dentista è sempre difficoltoso per ogni paziente. Spesso lo si sente letteralmente “dare i numeri” quando intende numerare i denti, ma anche classificare le carie non è da meno.
A tal proposito si utilizza la cosiddetta classificazione di Black, la quale prevede la suddivisione in 6 classi:
I Classe: comprende le carie che interessano la superficie masticatoria (occlusale) di premolari e molari e tutti i solchi e fossette anatomici dei restanti denti.
II Classe: è tipicamente quella presente a livello interprossimale (tra un dente e l’altro) di premolari e molari.
III Classe: interessa le superfici interdentali di incisivi e canini senza che la carie arrivi all’angolo del dente stesso.
IV Classe: è sovrapponibile alla III classe ma in più vi è il coinvolgimento dell’angolo incisale.
V Classe: si tratta di carie del “colletto“, ovvero poste nella porzione di dente più vicina alla gengiva.
VI Classe: riguarda il margine incisale degli incisivi oppure l’apice delle cuspidi di canini, premolari o molari.
Ogni
carie viene trattata in maniera diversa e non va sottovalutata, tuttavia la
suddivisione in classi aiuta il dentista a localizzare le lesioni in
maniera più immediata.
Curare una carie: la guida per il paziente
Facendo un giro sul web è addirittura possibile trovare in commercio prodotti per la cura della carie fai-da-te.
Purtroppo questi prodotti mettono a serio rischio la salute della bocca dei pazienti, peggiorando ulteriormente la situazione.
L’unico modo per curare una carie è rivolgersi al proprio odontoiatra.
Il processo di rimozione di una carie e di otturazione consiste nelle seguenti fasi:
- Isolamento del campo operatorio mediante diga di gomma, per evitare che acqua, sangue o saliva possano interferire con l’otturazione;
- Rimozione della materiale carioso generalmente mediante fresa montata su turbina o escavatore;
- Applicazione di un gel blu sulla superficie del dente (acido ortofosforico) detto mordenzante al fine di rendere smalto e dentina più ruvidi;
- Uso di un primer seguito da un adesivo (bonding);
- Polimerizzazione dell’adesivo con lampada;
- Applicazione della resina composita dello stesso colore del dente e nuova polimerizzazione.
Tale procedimento consente di rimuovere tutto il materiale carioso e di ripristinare la stessa forma del dente che c’era prima della carie.
Se la carie è giunta in polpa, prima di ricostruire il dente occorrerà eseguire una terapia canalare, meglio conosciuta come devitalizzazione.
Ancora, se la perdita di tessuto dentale causata dalla carie dovesse essere particolarmente imponente, potrebbe essere richiesto l’incapsulamento del dente.